Una delle principali controindicazioni collegate alla Blockchain è rappresentata dalla grande quantità di energia necessaria alla risoluzione dei complessi procedimenti di calcolo e di traduzione delle informazioni per la creazione di nuovi blocchi.
Tra le Blockchain più inquinanti, ossia quelle che necessitano di enormi quantità di energia, e che producono conseguentemente scorie e scarti, si trovano Ethereum e Bitcoin. Per queste piattaforme, il consumo energetico è così elevato da poter essere equiparato al fabbisogno di grandi Paesi sovrani come l’Argentina. Secondo alcuni studi del Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index, il Bitcoin è anche una criptomoneta ampiamente inquinante.
Il forte impatto ambientale della Blockchain può scoraggiarne l’impulso alla diffusione a causa delle pesanti, talvolta feroci critiche da parte di ambientalisti e cittadini. Naturalmente va tenuto in considerazione, in tutto questo processo di rinnovamento della finanza mondiale, un diffuso atteggiamento di ostilità preventiva, motivato dal timore corporativo, di banche e vecchie istituzioni che operano nel credito, di perdere terreno e potere economico. Comunque nell’ottica di seguire i suggerimenti di una sana critica costruttiva, le soluzioni orientate alla difesa dell’ambiente e alla tutela del pianeta sono molteplici. Una delle più dirette e in pratica controtendenza è contribuire alla creazione di polmoni verdi nelle aree limitrofe ai centri di calcolo; parallelamente a questo tentativo di rimediare al danno ecologico con fatti concreti, va affiancato un deciso impegno per la ricerca, lo studio e l’impiego di nuovi processi di calcolo che richiedano un minor dispendio di energia limitando così al minimo i danni alla natura e agli ecosistemi.
Le green Blockchain
Più attenta all’impatto ambientale è Algorand, che è giunta al livello di zero emissioni.
Molte altre piattaforme stanno utilizzando Algorand come modello da seguire per andare verso la riduzione dei consumi. Si comincia finalmente a parlare, sempre più convintamente, di green Blockchain. Anche i detrattori per principio della nuova frontiera cominciano a prendere atto della serietà dell’approccio al problema del pianeta da parte dei pionieri della Blockchain.
Altre piattaforme attente all’ambiente sono Solana, Polkadot, Cardano.
Questi registri distribuiti, oltre ad avere contenuto le emissioni e il consumo energetico, hanno visto aumentare l’acquisto delle cripto nel 2021, a dimostrazione del fatto che l’attenzione all’ambiente è un valore percepito come fondamentale dagli investitori e dagli utenti.
Gli obiettivi di queste piattaforme sono sostenibilità, economicità e scalabilità. È possibile garantire un elevato numero di transazioni al secondo con costi ridotti e modesto utilizzo di energia.
Verso la Proof of History
Un punto cruciale nell’ambito della sostenibilità è la scelta fra il sistema Proof of Stake e quello Proof of Work.
Nel PoW, la convalidazione di transazioni avviene attraverso la risoluzione di complessi problemi matematici e l’utilizzo di algoritmi. I computer, adibiti alla risoluzione di tali algoritmi, sono di enormi dimensioni e vengono alimentati con energia elettrica, oltre ad avere la necessità di mantenere la temperatura costante con sistemi di raffreddamento dell’aria. Nel sistema PoS, invece, vengono scelti in modo casuale alcuni utenti della Blockchain, dai quali vengono coniati i blocchi invece di estrarne di nuovi. Questo procedimento è molto più sostenibile e meno inquinante, poiché non è necessario risolvere i complessi calcoli e quindi non viene utilizzata una così grande quantità di energia.
Nel quadro della difesa della sicurezza delle transazioni, va sottolineato che il metodo di validazione PoS, sebbene implichi un contenuto consumo energetico, non è meno affidabile del PoW, al contrario garantisce allo stesso modo la sicurezza del registro distribuito.
L’ultimo sviluppo della tecnologia ha portato alla realizzazione del Proof of History, un procedimento che si basa sulla creazione di registri storici volti a dimostrare che, in un determinato momento, è avvenuto uno specifico evento. Questa metodologia, resa famosa dalla Blockchain Solana, riduce drasticamente i tempi dei processi di mining, ossia di validazione della transazione o dello scambio. Per questo motivo è estremamente leggera e scalabile.
Gli utenti sono sempre più attenti ai valori legati all’ambiente, per questo motivo è essenziale che le piattaforme ricerchino nuove strategie di contenimento del fabbisogno energetico.
Anche ChainOn, alla stregua di quanto descritto sopra, si sta adoperando costantemente nella tutela della sostenibilità ambientale, operando nella direzione di ridurre i consumi energetici legati alla propria Blockchain privata ed ai propri sistemi digitali.
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