Molto spesso la Distributed Ledger Technology, più comunemente conosciuta come blockchain, è associata a Bitcoin e al trading di criptovalute. Anche gli NFT sono diventati una delle ramificazioni più conosciute della tecnologia DLT. La loro diffusione è stata favorita dalle più grandi aziende legate al mercato mainstream, basti pensare a Nike, adidas o Meta. Ma gli utilizzi della blockchain hanno ben altre potenzialità, specialmente nella sanità, nella logistica e nelle pubbliche amministrazioni.
Questi ultimi settori, infatti, potranno essere rivoluzionati dall’applicazione della blockchain. Le realtà più grandi stanno già cercando individuare le applicazioni che più si addicono ad una tecnologia che fa della rapidità, dell’automazione e della sicurezza le sue caratteristiche principali.
PNRR, blockchain e Pubbliche Amministrazioni
Si tende a pensare che la tecnologia Blockchain sia guardata con scetticismo dalle istituzioni e dagli enti pubblici. In realtà, è considerato come uno strumento di supporto fondamentale per permettere la digitalizzazione e l’innovazione della Pubbliche Amministrazioni previsto anche nel Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza. L’utilizzo della blockchain permetterebbe:
- di creare un network ed una banca dati condivisa tra i vari enti della Pubblica Amministrazione in modo tale da velocizzare i processi;
- di garantire l’autenticità dei dati del singolo cittadino, dove ogni cittadino è proprietario dei propri dati ed ha la possibilità di metterli rapidamente in condivisione qualora se lo si renda necessario;
- la notarizzazione dei processi amministrativi e di gestione documentale, per garantire trasparenza e tracciabilità.
Seppur la blockchain rappresenta ancora una fetta ristretta del mercato, la sua crescita annua è del 18%. Sono già diversi i progetti promossi dagli enti ad hoc EBSI (European Blockchain Service Infrastructure) e IBSI (Italian Blockchain Service Infrastructure). Enti come INAIL, Inps, ENEA e società di Stato come Poste Italiane hanno già aderito ai progetti promossi. Ciò fa facilmente intuire come questo fenomeno non sia un hype e che goda di grande interesse e credibilità anche tra in ambito istituzionale.
Logistica efficiente: velocità nell’adattarsi ai contesti esterni
Uno dei settori maggiormente provati dalla pandemia da Covid-19 è stato sicuramente quello della logistica.
La chiusura spot di impianti produttivi, distributivi e retail in base ai diversi andamenti delle curve pandemiche influenzate dai periodi stagionali non ha consentito una facile riorganizzazione.
Per questo motivo molte multinazionali si trovano ancora oggi a scontare le criticità sopravvenuta a causa della pandemia.
A ciò si è aggiunto il conflitto russo-ucraino che ha destabilizzato tutta l’area est-europea, nonché il transito delle merci provenienti dal Medio Oriente.
Ma come offre il suo supporto la tecnologia blockchain nei confronti della logistica?
Grazie alla sua struttura decentralizzata e immutabile, la blockchain riduce le intermediazioni umane, ed i possibili errori, con una conseguente diminuzione dei costi e dei tempi.
Soprattutto nell’ambito dei trasporti portuali i costi maggiori derivano dalle polizze di carico che gravano per circa 100 dollari per ogni container.
Basti pensare al numero di container che transitano per capire a quanto potrebbe ammontare il risparmio per ogni singola società.
Il registro distribuito permette una maggiore trasparenza dei dati: da questo ne deriva che le merci potrebbero essere tracciate in tempo reale e che i tempi di consegna possono essere aggiornati e ricalcolati costantemente, in automatico.
Questo rappresenta un vantaggio non indifferente rispetto alla struttura di tracciabilità attuale basata su checkpoint.
Inoltre, la parte logistica e finanziaria potranno essere racchiuse in un unico digital twin, il gemello digitale di ogni unità trasferita.
Oltre 500 aziende da 25 Paesi diversi hanno costituito la Blockchain in Transport Alliance (BiTA). I colossi più grandi come Maersk, IBM e Msc sono le società che più di tutte le altre stanno puntando su questa tecnologia.
La svolta dei dati sanitari certificati
Dati sanitari certificati, immagazzinati in un unico registro blockchain, che garantiscano una rapida completezza delle informazioni. Questo scenario rappresenterebbe un potenziale grande vantaggio, sia per i pazienti che per le équipe mediche.
Utilizzare i dati processati in blockchain permetterebbe di stimare e organizzare meglio i tempi per operazioni e degenze.
Anche la WADA (World Anti-Doping Agency) sta introducendo un progetto su blockchain per la certificazione dei dati sanitari degli atleti. In tal senso, basti pensare al recente caso di Novak Djokovic negli ultimi Australian Open: se il certificato di positività al Covid-19 dell’ex numero 1 serbo fosse stato garantito dall’incorruttibilità dei dati registrati su blockchain, non vi sarebbe stato nessun “caso Djokovic”.
Published by