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Sempre più spesso sentiamo parlare di ESG, termine che inizia ad essere accostato anche al mondo dello sport. Ma esattamente cosa vuol dire ESG? Che impatto potrà avere sullo sport e come potrà influire in questo settore la tecnologia Blockchain?

Come definito da Wikipedia, essere ESG compliant significa attuare il concetto di sviluppo sostenibile all’attività finanziaria rendendola finanza sostenibile. Come ci suggerisce l’acronimo ESG (Environmental, Social, Governance), la sostenibilità non è intesa limitatamente all’ambiente, seppur esso sia stato il principio cardine che ha ispirato il movimento. Ad oggi, le aziende che più rispettano i parametri ESG sono avvantaggiate nella raccolta di investimenti pubblici e privati. Anche il mondo delle sport, principalmente nei settori dell’eventistica e dell’impiantistica sportiva, inizia a monitorare i fattori ESG allineandosi alla visione europea contenuta nell’Agenda 2030. Durante la Cop26 di Glasgow i principali attori del panorama sportivo si sono prefissati degli obiettivi molto ambiziosi: dimezzamento delle emissioni entro il 2030 e azzeramento entro il 2040, un obiettivo più impegnativo di quello UE che prevede l’azzeramento entro il 2050. Proprio lo sport che non ti aspetti, la Formula 1, ha lanciato il suo programma Net-Zero Carbon per azzerare le emissioni entro il 2030.

ESG, sport e infrastrutture in Italia

Il tema della sostenibilità ambientale risulta essere legato a doppio filo alla questione infrastrutturale e ciò succede anche nello sport. Non a caso i 700 milioni di euro a disposizione grazie al PNRR sono dedicati all’ammodernamento ed alla realizzazione di infrastrutture sportive nell’ottica della sostenibilità. Per l’Italia l’argomento infrastrutture risulta essere un tasto dolente, basti pensare che secondo un censimento dell’Istituto per il Credito Sportivo il 60% delle infrastrutture sportive in Italia è stato costruito prima del 1980. Questo porta ad un sperpero superiore a 800 milioni di euro annui oltre che a notevoli emissioni climalteranti.

Le principali criticità: disclosure e misurazione degli offset

Ad oggi le principali criticità che troviamo nel mondo dello sport rispetto al movimento ESG sono relative alla disclosure ed alla misurazione degli offset di CO2e. La maggioranza delle società calcistiche europee non rende pubblici i dati relativi alle emissioni e inoltre, non esistendo un gold standard per effettuare le misurazioni, i pochi dati disponibili non risultano essere del tutto attendibili. Possiamo prendere come riferimento il calcio, lo sport più praticato e con più impatto sul PIL in Europa ed una ricerca svolta da Standard Ethics, la quale ha stabilito un European Football Index sulla sostenibilità basato su un rating di nove gradi.

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La ricerca è stata condotta sui 15 top club europei quotati e da ciò ne è emerso che:

  • il 13% delle società adotta delle politiche orientate alla sostenibilità e un adeguato sistema di rendicontazione;
  • il 67% delle società ha un livello di disclosure ancora basso, anche se il 20% di esse ha avviato un percorso di miglioramento della rendicontazione ESG;
  • il 20% delle società ha una gestione della sostenibilità ancora insoddisfacente.

Se poi andiamo ad analizzare le società non quotate vediamo che quasi nessuna ha un adeguato livello di disclosure e fornisce dati ESG.

Per le società sportive, essere ESG avrà un impatto importante anche sulle nuove generazioni di tifosi che si dimostrano sempre più sensibili alle tematiche ambientali.

Il rapporto tra Blockchain ed ESG

Le principali caratteristiche che hanno reso la Blockchain la tecnologia più rivoluzionaria del decennio in corso sono ormai ben note: immutabilità, trasparenza e velocità. Se in un primo momento la Blockchain veniva considerata in netta antitesi rispetto alla sostenibilità ambientale, oggi viene riconosciuta come uno dei principali strumenti che potrà rivoluzionare un settore innovativo e in crescita come quello ESG. Difatti, con la nascita delle nuove blockchain green e di algoritmi di consenso non più energivori come quelli di Bitcoin, i progetti nati per favorire la compravendita dei Carbon Credit iniziano a prosperare. Il mercato dei Carbon Credit, prima appannaggio esclusivamente delle grandi multinazionali quotate, con l’utilizzo della tokenizzazione risulta essere accessibile anche per le PMI e, di conseguenza, anche alle società sportive con scopo di lucro. Sia Microsoft che l’Emirato di Dubai si sono affidati all’acquisto di Carbon Credit utilizzando la Blockchain per raggiungere lo status carbon free.

Ma come funziona il processo di tokenizzazione dei crediti di carbonio?

  • Un’azienda mette in atto delle iniziative di soil carbon sequestration ossia di stoccaggio al suolo delle CO2e presente nell’atmosfera;
  • Per ogni tonnellata di CO2e stoccata al suolo emette un credito di carbonio il quale può essere tokenizzato;
  • L’acquirente interessato al raggiungimento dello status carbon free acquista l’equivalente delle tonnellate di CO2e rilasciate nell’atmosfera in crediti di carbonio.

Trasparenza e tracciabilità

world cupIl ruolo della Blockchain può essere determinante anche per la corretta misurazione delle emissioni e per l’accessibilità alla consultazione dei dati. L’acquisto e la vendita dei crediti di carbonio avvenuti su Blockchain risulta facilmente consultabile e da lì si potrebbe risalire alle emissioni della rispettiva azienda conoscendo l’indirizzo (o public key) del rispettivo wallet.

Inoltre, l’attendibilità dei dati che vengono notarizzati su Blockchain sarà sempre maggiore grazie all’utilizzo combinato con la tecnologia Internet of Things: oggetti interconnessi che riescono ad elaborare e trasmettere dei dati. Attraverso degli oracoli questi oggetti potrebbero svolgere un’attività di raccolta dati e notarizzarli su Blockchain, rendendo le misurazioni standardizzate ed attendibili.

Quello dell’attendibilità delle misurazioni è un tema fondamentale per lo sviluppo virtuoso del movimento ESG. Nel mondo degli eventi sportivi è emblematico il caso della Coppa del Mondo in Qatar. Secondo la ong Carbon Market Watch le emissioni generate dalla massima competizione nazionale saranno pari a 3,6 milioni di tonnellate, quasi raddoppiando la scorsa edizione tenutasi in Russia, la quale ha raggiunto i 2 milioni di tonnellate. Le emissioni dichiarate dall’Organizzazione del Golfo per la Ricerca e lo Sviluppo sono solo 1,8 milioni, la metà rispetto a quelle evidenziate nel report. La compensazione dovrebbe avvenire attraverso due progetti (tra l’altro sviluppati in Turchia), i quali però sottraggono dall’atmosfera poco più di 133 mila tonnellate, il 7,6% delle emissioni. Ciò dimostra che nemmeno il mondo dello sport, il quale dovrebbe promuovere i corretti valori, è immune alla propaganda e all’ormai diffusissimo fenomeno del greenwashing.

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Davide Calderone

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