La rivoluzione della Kings League: ecco perché funziona la Lega di Piquet e degli influencer
Giocano i campioni del passato, le partite sono trasmesse in streaming, arriva a tutti, i testimonial che scendono in campo hanno milioni di Followers: al giorno d’oggi, il format per eccellenza.
La Kings League ideata da Gerard Piquet (ex stella del Barcelona FC) è la Lega della rivoluzione, ma partiamo subito da un presupposto: pur essendo innovativa, non andrà mai a sostituire i campionati classici che si giocano. È una lega innovativa e diversa, che si aggiunge alle tante possibilità di entertainment che si possono trovare. Ma cos’è la Kings League? È un torneo di “Calcio a 7” nel quale scendono in campo ex calciatori (ha partecipato anche Ronaldinho, tra gli altri) ed influencer, che giocano sfide da 40 minuti (2 tempi da 20) nel quale possono essere usate carte “imprevisto” capaci di condizionare l’andamento delle gare. Il risultato? Milioni di followers sui canali social, capacità di raggiungere un pubblico trasversale, e una finale giocata davanti a più di 92.000 persone al Camp Nou di Barcellona. La Kings League non è “calcio”, ma a livello di intrattenimento e coinvolgimento di pubblico è un format che sicuramente funziona. E funzionerà ancora da qui in avanti.
I PARTNER DELLA KINGS LEAGUE
InfoJobs e Cupra, sono le due aziende che fin da subito hanno creduto nello sviluppo dell’idea di Piquet. Se il logo di Cupra era ben visibile nel cerchio della “Cupra Arena” (appunto…) dove si sono giocate le partite di qualificazione (tutte rigorosamente trasmesse in diretta streaming), InfoJobs ha addirittura contribuito attivamente per reclutare giocatori ed è stata “Jersey Sponsor” di tutte le squadre che hanno partecipato: già, perché i 120 giocatori che sono scesi in campo, sono stati scelti tra gli oltre 13.000 che hanno mandato il “curriculum” e si sono iscritti proprio sulla piattaforma dell’agenzia di ricerca lavoro…
XiaoMi era poi presente nel retro della maglia (sotto il numero) ed ogni squadra ha avuto la possibilità di inserire nuovi sponsor, posizionandoli sulle maniche delle divise. In generale, secondo alcune stime, alcuni sponsor della Lega sono arrivati a sborsare cifre che vanno vicino al milione di euro, e gira voce che, per accostare il nome del proprio brand a Kings League, non si possa scendere sotto cifre da 5 “zeri”.
PERCHÉ FUNZIONA LA KINGS LEAGUE?
Perché è uno show, è intrattenimento allo stato puro e perché è qualcosa di “diverso”: in più, permette di arrivare a tutti. I più “datati” sono curiosi di vedere all’opera campioni che fino a qualche anno fa giocavano in Champions League, i più giovani per vedere come i loro influencer preferiti se la cavano su un campo da calcio.
Inoltre, è visibile in streaming, gratuitamente, e al giorno d’oggi è un aspetto che fa la differenza. Nell’ “Indagine predittiva del 2022: “Il futuro della sponsorizzazione – Cambiare per resistere” realizzata da ChainOn e StageUp’, viene evidenziato come nel periodo pandemico c’è stata una netta rivoluzione che, inevitabilmente, avrà ripercussioni sul futuro: se nel 2019 gli eventi digitali erano stati il 6.1% del totale, nel 2020 sono cresciuti (per ovvie circostanze) fino al 51.9%, per poi diminuire al 41,3% nel 2021. Pur ipotizzando che questo numero si abbasserà per via della possibilità di vivere eventi dal vivo dopo la crisi pandemica, il trend è inevitabilmente cambiato e tantissime organizzazioni prevedono dirette streaming per commercializzare e divulgare il proprio evento.
A questo, aggiungiamoci il ruolo essenziale degli influencer coinvolti: sempre secondo quanto riportato
sull’ “Indagine predittiva del 2022: “Il futuro della sponsorizzazione – Cambiare per resistere” il mercato del mondo sportivo è in costante crescita e gli influencer giocano un ruolo fondamentale: in un periodo di sovraccarico di messaggi pubblicitari, lo sport è una risorsa per trasmettere emozioni vere, quelle trasmesse proprio da chi scende in campo nella Kings League. Questi testimonial accelerano le vendite, e la stima è che una testimonianza di successo preveda in una crescita del 4% sul venduto, perché parla in maniera diretta.
Probabilmente (anzi, sicuramente) eventi di questo genere non potranno mai sostituire le competizioni di calcio “vero”, ma ci troviamo di fronte ad una significativa innovazione. Da un lato, tantissimi ragazzi si trovano in un unico “contenitore” gli influencer che seguono sui social, che giocano al loro sport preferito: insomma, l’apoteosi. Dall’altro lato, invece, gli imprenditori si trovano di fronte a nuove possibilità di investimento, in un ambito impensabile fino a poco tempo fa e raggiungendo una nuova fetta di pubblico.
Tutte le foto dell’articolo sono tratte dal web.