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Quanto vale il Sei Nazioni?

Tra ricavi e indotto, aumenta l’impatto economico di una delle manifestazioni sportive di maggior pregio al mondo.

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Il 2 febbraio è ricominciato lo storico torneo, con la nazionale italiana che dopo una prima prestazione convincente con l’Inghilterra si è arresa per 36-0 ai campioni in carica dell’Irlanda. La competizione non si gioca però solo sul piano sportivo, ma anche sul piano economico: l’impatto del Sei Nazioni è e sarà rilevante e significativo per la federazione e per tutto il movimento. 

Il torneo è gestito dalla Six Nations Rugby Ltd, società privata indipendente dalla World Rugby. 

Nel 2021 le sei Nazioni socie hanno venduto parte delle loro quote,  circa il 15%, al fondo di private equity Cvc: si trattava di una cifra pari a circa 365 milioni di sterline e, a distanza di due anni (nel 2023) il valore complessivo della competizione  è salito fino a 2,5 miliardi di sterline (fonte Sole24Ore).

Le Federazioni hanno ottenuto dal colosso finanziario versamenti in cinque anni, diversificati a seconda del seguito, con la prospettiva di un ritorno economico futuro in termini di ricavi, mantenendo responsabilità esclusiva su questioni sportive e decisioni commerciali (fonte Il Post).

TRA RICAVI E TECNOLOGIA

I ricavi sono incentrati soprattutto sulla vendita dei diritti televisivi internazionali e sulla vendita delle sponsorizzazioni, gestite a livello nazionale dalle singole Federazioni, così come gli introiti da biglietteria delle partite casalinghe.

La competizione, trasmessa in 187 paesi (fonte Calcio e Finanza), è abbinata al famoso marchio di birra irlandese Guinness dal 2019, affiancatosi al nome del torneo dopo aver sottoscritto un contratto fino al 2025 a investimenti annui crescenti: si parte da 6 milioni di sterline iniziali, e si arriverà quasi a raddoppiare al termine del contratto (fonte Sole24Ore).

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Inoltre, sono da sottolineare i recenti accordi con TikTok e Sage, leader globale nella tecnologia software, che ha da poco più di un anno introdotto durante le partite la “Smart Ball”, con l’obiettivo di raccogliere grandi quantità di dati da offrire a spettatori e squadre nazionali, con rispettivamente due obiettivi: migliorare l’esperienza visiva attraverso analisi in tempo reale, e fornire approfondimenti a supporto delle prestazioni e del processo decisionale sul campo.                  

La crescita della tecnologia al servizio dello sport come in questo caso, è sottolineata anche nella 23ª edizione dell’Indagine Predittiva – “Il futuro della sponsorizzazione”, pubblicata da ChainOn e StageUp:  si tratta di uno dei sei trend del mercato degli investimenti, previsti per il 2024.

Il documento integrale può essere scaricato solo su ChainOn, in maniera gratuita e a questo
link: www.chainon.it/predittiva2023

GLI AZZURRI

Secondo Calcio e Finanza,il Sei Nazioni vale da solo quasi metà del fatturato per la Federugby: nel 2022 (ultimo bilancio consuntivo disponibile), i ricavi del torneo si sono assestati a quota 14,8 milioni di euro, ovvero il 32,8% del totale. Numeri che sono previsti in crescita nel bilancio 2023 e che potrebbero toccare, sempre secondo “Calcio e Finanza”, i 15,6 milioni: i ricavi maggiori arrivano dai diritti tv (12,2 milioni di euro).  

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L’IMPATTO ECONOMICO E L’INDOTTO

Il pubblico è una componente fondamentale dell’evento, con l’edizione 2023 che ha fatto registrare una media di 67.395 tifosi sugli spalti. L’interesse crescente ha portato ad un aumento costante del fatturato delle singole Federazioni a partire dal 2010, con quella italiana rimasta però distante dalle altre cinque in termini assoluti: nel 2023 sono stati 41,7 i milioni di euro fatturati dalla FIR, con la Scozia che ci precede a quota 79,1 milioni e l’Inghilterra inarrivabile prima a 258 milioni. 

A beneficiarne, di riflesso, sono anche nazioni e città: uno studio del 2014 di RBS (Royal Bank of Scotland), sponsor principale della competizione prima dell’avvento di Guinness, aveva stimato un indotto intorno ai 375 milioni di sterline per le nazioni partecipanti e un impatto, per le singole città ospitanti, di 150 milioni di sterline (fonte Calcio e Finanza).

Viste le tendenze dell’ultimo decennio, in termini ricavi e le stime, che danno tutto il movimento in ripresa da dopo la pandemia, sembrano prospettarsi anni positivi per la Federazione. Tutto questo interesse per un evento sportivo, generato dal pubblico di tifosi e appassionati, è in grado di alimentare un circolo virtuoso all’interno del quale possono e devono occupare un posto rilevante gli sponsor, attraverso investimenti mirati e consapevoli.