Dopo mesi di inadempienze, DigitalBits è scomparso dalle maglie da gara di Roma e Inter. La tecnologia degli Smart Contract (utilizzata da ChainOn), potrebbe prevenire situazioni di questo genere.
Inter F.C. e A.S. Roma non hanno bisogno di presentazioni. DigitalBits, al contrario, fino a qualche tempo fa era nota probabilmente ai conoscitori del mondo delle criptovalute, ma decisamente meno al “grande pubblico”. Se non, appunto, per essere lo sponsor presente sulle maglie di Roma e Inter.
Il marchio Digitalbits (azienda fondata in California nel 2017 e specializzata nel business delle criptovalute), a partire dalle gare di Serie A di calcio di sabato 28 aprile, è scomparso dalle maglie da gioco di giallorossi e neroazzurri. Perché? Perché non sta rispettando gli obblighi contrattuali: in altre parole, non sta pagando la sponsorizzazione prevista. Ecco allora che l’Inter ha giocato le ultime partite senza il jersey sponsor, mentre la Roma ha esibito il sempreverde ed identitario “SPQR”.
Già a fine 2022, la situazione cominciava a destare preoccupazione in casa neroazzurra: nonostante la tranche prevista non fosse ancora stata pagata, la Società di Zhang aveva comunque deciso di lasciare il marchio sulla divisa da gara della Serie A. Diverso, invece, il caso legato ai capitolini, che avevano sottoscritto l’accordo nel 2021 e che mai fino al mese scorso si erano trovati ad affrontare un problema di insolvenza. In un’analisi di calcioefinanza del 14/02 (momento in cui i pagamenti verso As Roma erano rispettati) si analizza come questa differenza, probabilmente, sia nata anche in virtù del diverso importo dei contratti che Digitalbits ha stipulato con le due Società: se per l’Inter la cifra totale per la sponsorizzazione quadriennale (il primo anno – lo scorso – sulla manica, dal secondo come main sponsor) era di € 85mln + bonus, l’accordo triennale con i giallorossi era fissato sui 35 mln di euro totali.
Nelle due foto, tratte dal web: andata e ritorno, Roma e Inter con e senza “DigitalBits” sul fronte maglia.
Probabilmente la vicenda non è finita qui, perché nei giorni scorsi Digitalbits ha fatto sapere, tramite un tweet ufficiale, che “Ad oggi, tutti gli accordi di sponsorizzazione che coinvolgono il marchio DigitalBits con le squadre di calcio sono stati negoziati e gestiti da Zytara Labs […] che costruisce prodotti digitali su protocolli blockchain, inclusa la blockchain DigitalBits e non ha alcun controllo o rappresentanza, né ha mai avuto, nei confronti della DigitalBits Foundation”. E si pone quindi il tema di chi sono le responsabilità dell’inadempienza.
In situazioni come queste, non le prime e (purtroppo) non le ultime in qualsiasi sport, a qualsiasi livello, può risultare fondamentale una tecnologia che è alla base degli accordi che vengono sottoscritti dalle parti su ChainOn: l’utilizzo degli Smart Contract, veri e propri contratti con valenza legale, che però attraverso codice informatico semplificano e rendono trasparenti i processi di accordo. Attraverso smart contract, ad esempio, una Società ha modo di verificare, in tempo reale e in qualunque momento della stagione, che un investitore sia nella condizione di rispettare gli adempimenti economici del contratto stipulato, e c’è l’invio di alert nel caso in cui si presenti un mancato pagamento, con procedure automatiche realizzate da contratto di invio di penali o di risoluzione degli accordi in essere.
Il caso Inter e Roma è lampante e ha destato l’attenzione di tutti: un caso interessante per capire e rendersi conto di quanto ChainOn possa cambiare in meglio il mondo della sponsorizzazione.
(Foto tratte dal web)