La blockchain potrà rivoluzionare il mercato dell‘intrattenimento e la tutela del diritto d’autore?
La tematica dei diritti d’autore, tradizionalmente, è stata gestita da imprese intermediarie che si occupano di monitorare il corretto utilizzo della proprietà intellettuale.
La blockchain può essere utile, attraverso la creazione di registri distribuiti, per agevolare la gestione ed il controllo della proprietà intellettuale, grazie alle sue proprietà di incorruttibilità e persistenza nel tempo dei dati registrati.
Una delle prerogative della tecnologia blockchain è quella di fissare al suo interno le informazioni che dimostrano che una creazione è stata ideata in un preciso momento storico e da una determinata persona.
Il contenuto dell’opera rimane segreto, ma viene registrato in una stringa di lettere e numeri, chiamata hash, che fornisce le prove della creazione e le informazioni necessarie per gestire i diritti d’autore.
Autori, editori, blockchain
I numerosi vantaggi che possono derivare dall’impiego della piattaforma distribuita non sono sfuggiti alla SIAE, società che tutela i diritti d’autore, che ha deciso di introdurre l’utilizzo della blockchain in partnership con la società statunitense Algorand.
Algorand ha creato una piattaforma blockhain che si presta ad un impiego variegato e vantaggioso per diversi ambiti, tra cui anche il settore del diritto d’autore.
Gli NFT, in questo caso, diventano testimonianza della proprietà intellettuale nella sua versione digitale e possono essere scambiati o venduti attraverso transazioni che hanno luogo nella blockchain.
La SIAE ha registrato su questo database sia i diritti d’autore, che fanno riferimento agli artisti, sia le proprietà storicamente da lei intermediate, sfruttando la forma degli NFT che vengono collegati agli account degli autori.
Per il momento, il banco di prova ha visto come protagonisti asset musicali, ma in futuro non si esclude di allargare la platea anche ad altri contenuti artistici come dipinti, scenografie, opere teatrali.
Tra gli altri vantaggi, non va sottovalutata la massima trasparenza che la blockchain garantisce: essendo tutto registrato in una Distributed Ledger, accessibile a tutti i nodi, gli autori diventano gli unici padroni del monitoraggio e della gestione delle loro creazioni, mentre gli altri partecipanti della rete possono vigilare sul rispetto della proprietà. Ovviamente l’utilizzo delle criptovalute, o di altre monete digitali come modalità di pagamento, renderebbe ancora più rapida la gestione degli scambi economici.
Gli smart contract e il diritto d’autore delle opere complesse
I registri distribuiti rappresentano una soluzione anche alla complessa gestione dei contenuti.
Infatti, offrono la possibilità di digitalizzare i dati evitando così la grande confusione dovuta alla numerosità e alla complessa varietà dei contenuti e degli autori, ad esempio, iscritti alla SIAE.
Quando si parla di opere d’autore, spesso si sottovaluta il numero di partecipanti che rendono i pezzi del mosaico un quadro completo e pieno di significato.
Si pensi ad esempio alla produzione di un film in cui ogni attore, dal protagonista alle comparse, è fondamentale e funzionale al raggiungimento di un risultato finale.
Nell’industria dei diritti devono essere tutelati tutti coloro che hanno preso parte alla creazione di un’opera e, attraverso la registrazione sulla stringa di codice (hash), è possibile garantire ad ognuno il riconoscimento del proprio contributo, fino a quando è determinato dal contratto.
Ad esempio, ogni volta che un film viene riprodotto, anche a distanza di anni dalla sua prima uscita, tutti coloro che appaiono in video, devono essere ricompensati secondo il diritto di immagine. Per questo motivo vengono stipulati contratti che assicurano agli attori, per un determinato lasso di tempo, il riconoscimento di un compenso economico, le cosiddette royalties, proporzionale alla parte recitata e al successo del film.
In quest’ottica, gli smart contract potrebbero essere utili per stabilire le condizioni necessarie e più vantaggiose sia per gli attori che per i produttori.
Il rapporto diretto tra artisti e fans
E per i fan o per i fruitori del prodotto quale è il vantaggio?
La filiera descritta finora garantisce la totale libertà e la possibilità, per l’artista, di gestire completamente le proprie creazioni. Ciò comporterebbe l’eliminazione degli intermediari tra gli artisti e i fan.
La differenza rispetto al passato, dunque, risiede nella possibilità di vendere sulla piattaforma direttamente la traccia o il disco, senza passare per le etichette discografiche.
Si pensi, ad esempio, alla vendita di un brano musicale: con le piattaforme di musica online, il consumatore è costretto a pagare un canone mensile ad un intermediario che, considerando tutti gli snodi della filiera, riconoscerà al cantante o alla band solo una cifra irrisoria rispetto al prezzo pagato dal consumatore. La stessa cosa accade con l’acquisto dei dischi.
Si provi ad immaginare, invece, la possibilità di vendita non intermediata tra artista e fan: il consumatore potrebbe acquistare sulla blockchain i brani o che desidera ascoltare, pagando direttamente al cantante una cifra meno consistente rispetto a quella attualmente pagata alla piattaforma online o all’industria discografica.
In questo modo sarebbe molto più semplice per il cantante o la band tracciare i propri fan e avere anche un riscontro diretto ed effettivo sul gradimento del pubblico rispetto a un brano, nelle diverse fasi della vita artistica.
La differenza sostanziale risiede nel nuovo rapporto tra chi produce musica e chi ascolta, un nuovo paradigma che comporta una rivoluzione non solo dal punto di vista economico, ma anche delle abitudini di acquisto.
Il futuro ruolo degli intermediari
In un mondo in continua evoluzione, il segreto per far sopravvivere un business risiede nella fluidità, nella possibilità di rinnovarsi quando necessario e di modificare la rotta in base alla direzione degli usi e dei costumi sociali.
La SIAE, ad esempio, ha precorso i tempi traendo vantaggi dalla tecnologia e sfruttando tutte le possibili occasioni di miglioramento, riuscendo, però, a non farsi sostituire da essa.
Il ruolo degli intermediari non deve necessariamente scomparire per fare spazio alla tecnologia, piuttosto può divenire una essenziale forma di sostegno nel processo di introduzione delle tecnologie nella realtà quotidiana.
In tal modo diventerebbero un tassello imprescindibile e di grande aiuto per coloro che cominciano a sfruttare il digitale.
Per molti, la gestione delle tecnologie più avanzate rappresenta ancora uno scoglio insormontabile, nonostante i numerosi vantaggi che deriverebbero dall’utilizzo di esse.
In questo panorama, società come ChainOn, che si mettono al servizio del cliente per garantire il corretto procedimento di stipula delle sponsorship, sono essenziali per una progressivo ottimizzazione delle risorse messe a disposizione dal progresso tecnologico.
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