I ticket in formato NFT sono una delle applicazioni su cui l’utilizzo della blockchain potrà portare numerosi vantaggi agli attori del mondo dello sport.
Gli NFT infatti, hanno un ruolo che va molto oltre quello del Fan Engagement, per il quale sono utilizzati attualmente.
Sono, infatti, strumenti con caratteristiche perfette per rivoluzionare un servizio tradizionale come quello del ticketing.
Ha deciso di puntare fortemente sul ticketing NFT Mark Cuban, vulcanico presidente dei Dallas Maverick in NBA.
È molto conosciuto nell’ambito della blockchain e del trading di criptovalute per la sua forte esposizione a favore di DOGE, meme coin spinta più di tutti dai tweet di Elon Musk.
Il ticket NFT riesce a fornire una valida sintesi tra i “freddi” QR Code e gli ormai poco pratici biglietti cartacei.
I biglietti di un evento erano considerati nell’immaginario collettivo evocativi di ricordi ed esperienze uniche, unici testimoni di una esperienza memorabile vissuta. Tuttavia, quella tipologia di biglietti oramai non risulta più funzionale alle necessità ed alle tecnologie odierne.
Grazie alla tecnologia NFT potranno essere conservati in un wallet sicuro ed anche rivenduti a distanza di molti anni su mercati secondari a collezionisti e appassionati.
Questa strada potrà essere la chiave di volta per soddisfare il desiderio di memorabilia dei fan senza privare gli organizzatori di strumenti che facilitino la gestione del ticketing. Velocizzare le transazioni B2C ma anche P2P, certificare l’autenticità del ticket, possederne la proprietà intangibile nel tempo e la sua esclusività, la possibilità di profilare gli utenti per fini commerciali e di sicurezza.
NFT Ticketing: le prime applicazioni
Questo utilizzo della blockchain e dei token non fungibili non gode della stessa popolarità degli strumenti di Fan Engagement, eppure la sua applicazione è già stata testata con successo ad altissimi livelli.
L’UEFA ha testato per la prima volta questa tecnologia in occasione della finale di Europa League a Danzica. Successivamente, il ticketing su NFT è stato utilizzato anche in occasione della finale di Champions League a Porto.
Puntando sui non-fungible token si è resa più agile e sicura la gestione della capienza, la disposizione a scacchiera del pubblico nel rispetto della normativa anti-Covid, la velocità e automazione dei rimborsi e la rivendita dei biglietti rimborsati a causa della designazione di una nuova sede.
L’Head of Revenue Operations Philippe Margraff ha dichiarato: “le due finali sono state gestite in maniera eccellente e ci hanno dimostrato l’efficacia del Mobile Ticketing blockchain based”. Proprio per questo, la UEFA ha annunciato dopo pochi giorni l’intenzione di vendere un milione di ticket in occasione di Euro2020 con l’ausilio di questa nuova tecnologia.
Ticket in formato NFT: velocità e automazione dei processi
Leggendo tra le righe si nota come l’utilizzo degli NFT per il ticketing abbia apportato dei notevoli vantaggi in termini di velocizzazione ed automazione dei processi, tutto ciò è stato possibile grazie agli Smart Contract su cui sono basati gli NFT.
Infatti, con i contratti intelligenti, i rimborsi al verificarsi di determinate condizioni – come un cambio di sede, una positività al Covid o una quarantena forzata – divengono automatici e veloci.
Allo stesso modo è possibile trasferire agevolmente ad un altro utente il proprio ticket.
Altro vantaggio dato dall’utilizzo degli NFT nel ticketing è quello di riuscire ad adattarsi in maniera molto celere ai repentini cambi di normativa causati dal progredire o viceversa della pandemia.
Una volta acquisito il know-how per la progettazione e distribuzione degli NFT anche i tempi di creazione sono molto rapidi. Ogni biglietto in formato NFT può essere pronto per la vendita in meno di un minuto.
La distribuzione è anch’essa automatizzata, nel momento in cui viene pagato il prezzo del biglietto, lo Smart Contract valida la vendita dell’NFT e provvede a recapitarlo all’indirizzo scelto.
Ticket su NFT: autenticità certificata
Registrare un biglietto su blockchain equivale a garantirne l’autenticità. Ogni NFT, infatti, ha uno specifico certificato di autenticità digitale. L’utilizzo su larga scala dei ticket su NFT porrebbe fine al fenomeno del bagarinaggio o a quello della vendita di biglietti falsi anche on line, e limiterebbe anche il cosiddetto bagarinaggio 2.0, ossia il secondary selling selvaggio praticato online da alcune società di intermediazione.
Non raramente abbiamo assistito ad eventi che sono andati sold-out in pochi minuti per poi vedere come ampi spazi risultassero inoccupati. Questo avviene perché il markup applicato nel secondary selling, grazie alla artefatta scarsità del bene, permette di guadagnare ampiamente anche nel caso in cui non vengano rivenduti tutti i biglietti. Alcune società sono già state multate per queste pratiche poco leali. Questa situazione causa certamente insofferenza nei fan che acquistano a prezzi molto più alti o che rimangono esclusi dall’evento che attendevano da tempo. Ciò che di sicuro ne esce ridimensionata è la loyalty. Inoltre, i tifosi potrebbero conservare quel ticket la cui autenticità e unicità risultino certificate in blockchain, senza il rischio di perderlo… e chissà che questo non possa diventare un pezzo da collezione!
Perpetual revenues
Un’ulteriore opportunità si configura per le società sportive: creare uno spazio dedicato ai fan per la rivendita dei biglietti a prezzo bloccato e magari una commissione da applicare ad ogni rivendita. Questo genere di iniziative riuscirebbe a offrire un’alternativa che metta i fan a riparo dalle manovre speculative. Inoltre, le società potrebbero sfruttare gli Smart Contract degli NFT per generare delle revenue perpetue. Qualora il ticket riguardi un evento iconico, ogni rivendita effettuata anche nei mercati esterni a quelli societari, porterebbe delle royalties nelle casse delle società.
Nel prossimo articolo di questo blog analizzeremo altri aspetti del ticketing in NFT, tra cui i vantaggi legati alla tracciabilità (es.in termini di sicurezza dei luoghi di sport), e la riduzione dei costi per gli adopter.
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